Parole di Scienza – SPAZIO

Ora

dalle 11 alle 24

Dove

Parco Rossani

Enti proponenti

PoliBa

Struttura

Dipartimento di Architettura, Costruzione e Design (ArCoD)

Referenti

Alessandro Angione Giuseppe Fallacara, Ivana Fuscello, Aurora Scattaglia, Maria Concetta Scelzi

Destinatari

Bambini, Per tutti, Studenti

Discipline

Architettura, Ingegneria ed informatica

Durante il Congresso Astronautico Internazionale del 2002, la disciplina della Space Architecture è stata definita come “l’insieme di teorie e pratiche volte a progettare e costruire ambienti abitabili nello spazio”. Abitare e progettare oltre i confini del nostro pianeta significa relazionarsi con ambienti estremi – come la superficie lunare o marziana – in cui diviene inevitabile considerare le differenze rispetto all’architettura terrestre, costringendoci a riconsiderare aspetti fondanti del nostro approccio allo spazio circostante, come la gravità. Nel progettare e costruire basi abitabili in ambienti extraterrestri assume particolare rilievo uno dei temi fondanti dell’architettura, ovvero il tema della casa. Per declinare tale tema nella progettazione di un habitat lunare e marziano subentrano due quesiti fondamentali a cui rispondere: come realizzare un insediamento non potendo trasportare dalla Terra i materiali tradizionali con cui su di essa costruiamo; in secondo luogo, come realizzare questi habitat riuscendo a garantire la totale sicurezza per l’essere umano. Per avviare la colonizzazione al di fuori del nostro pianeta, l’architettura deve reinventare i suoi assiomi per adattarsi alle ostilità e alle regole dell’ambiente in cui si ha intenzione di costruire. Una strategia che permette di affrontare tali sfide consiste nell’utilizzo delle risorse locali come mezzo di protezione contro le condizioni ambientali: per costruire insediamenti sulla Luna e su Marte si presuppone la necessità di costruire abitazioni, schermate dalle radiazioni cosmiche e dalle piogge di micrometeoriti, con l’utilizzo di materiale reperito in loco, condizione riassunta dall’acronimo ISRU (In-Situ Resource Utilization). Per assicurare che la costruzione dell’insediamento non costituisca un rischio per l’uomo, è necessario che le operazioni costruttive siano affidate ai Rover, unità robotiche comandate a distanza, in grado di raccogliere, processare e trasformare la regolite – il suolo lunare – in materiale da costruzione, impiegando i principi dell’additive manufacturing.

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