A volte sono stati dati a cose nomi felici. Un esempio è il nome Coca Cola alla nota bibita americana, che certamente ha contribuito al suo successo, tanto che spesso, ancora oggi, chiamiamo Coca Cola anche la Pepsi. Altre volte sono stati dati a cose nomi infelici. Esempi emblematici sono certe traduzioni di titoli di film, come “Se mi lasci ti cancello” in vece di “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, che ne hanno inevitabilmente storpiato il significato. Scegliere un nome non è mai facile: deve suonare bene, deve essere originale e deve essere ricordato. Nel caso dell’Intelligenza Artificiale, di cui tanto oggi si sente parlare, la scelta di questa combinazione di parole è stata sia felice che infelice. Felice perché è evidente possieda le caratteristiche di musicalità, originalità e memorabilità, prima descritte. Infelice perché questo binomio, in realtà, non è affatto allineato con ciò che realmente è; anzi, ha contribuito ad alimentare, nell’immaginario collettivo, la visione di Terminator che si ribellano all’uomo e circolano per le strade sparando all’impazzata. La verità di cui, durante il talk, cercheremo di convincerci è un’altra e cioè che le macchine sono tutto fuorché intelligenti.